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KUTU

Un tuffo euforico nell'effervescenza delle notti underground di Addis Abeba!

Incendiare il dance floor con un violino? Fatto! Avvalersi della collaborazione di due delle più importanti cantanti della scena rock etiope? Fatto! Chiamare Cyril Atef per mettere la ciliegina sulla torta di questo progetto potentissimo? Fatto! KUTU è un’alleanza preziosa, unica e terribilmente potente #ethiotranse

Theo Ceccaldi ci invita in un universo cosmico tra influenze tradizionali degli Azmari, furiosa trance elettro-mistica, fragoroso slam ed energia punk. Un'esperienza fisica e psichica, allo stesso tempo originale e ipnotica, dove la libertà del jazz si fonde con la cruda profondità dei suoni degli Azmari.

KUTU nasce dall’incontro ad Addis Abeba del violinista Théo Ceccaldi (Uno dei talenti più promettenti della scena jazz francese, già vincitore delle Victoires de la Musique nel 2017) con le potenti voci delle due cantanti etiopi Hewan Gebrewold & Haleluya Tekletsadik. Un viaggio nel cuore delle notti febbrili dell’Addis underground 2020, dove la gioventù iperattiva si impadronisce della musica ancestrale per emanciparsi e divertirsi. Partendo da poesie odierne e una raccolta di ritmi tribali, Théo Ceccaldi immagina un set tellurico dove improvvisazione e acrobazie vocali si intersecano, sorretti da un ritmo potente e da una line up dalla vitalità contagiosa: tastiere elettro-cosmiche, bassi ipnotici, danze esaltate e voci stellari.

Toccato dalle voci degli Azmari, scoperti grazie alla serie Les Éthiopiques di Francis Falceto, Théo Ceccaldi parte nel 2019 per Addis Abeba, per esplorare la scena contemporanea della musica etiope. Qui scopre un repertorio ricco e sconosciuto, e soprattutto, Hewan G/Wold e Haleluya T/Tsadik, due strepitose cantanti etio-rock. L’alchimia funziona. Con loro, intorno a loro, esplode e risplende Kutu, l’ennesima sfida di questo geniale violinista e improvvisatore assetato di novità. Al loro fianco il bassista Valentin Ceccaldi e l’incredibile batterista-percussionista Cyril Atef. Kutu ci porta in una trance continua, una celebrazione ipnotica della musica etiope, dell’electro e del jazz. Un viaggio che vorremmo amare all’infinito.