Da qui l’idea di creare qualcosa di nuovo, in cui s’incontrassero i suoni intensi e affilati della tecno e dell’ house con le melodie, le armonie e i canti del mondo arabo. Dopo i primi esperimenti, hanno condiviso le loro scoperte con produttori e musicisti, invitandoli a prendere parte al progetto. Così è uscito il primo singolo e la successiva compilation, Acid Arab Collections, che include collaborazioni con Crackboy, Pilooski, Etienne Jaumet e I:Cube. Gli Acid Arab hanno così dato vita ad una nuova forma di world music, appropriandosi dei codici della musica mediorientale e trasformandoli con gli strumenti analogici tipici della techno, come la beatbox e la bassline machine. Gli Acid Arab, che dal vivo si allargano a trio…
I video che lo ritraggono suonare sui cumuli di macerie fanno il giro del mondo e tutto il mondo conosce la sua storia. Ma il giorno del suo compleanno arrivano i miliziani dell’ISIS e bruciano il suo pianoforte, in quanto “haram”. A quel punto Aeham Ahmad decide che è giunta l’ora di partire e percorre le migliaia di chilometri che separano Damasco da Berlino a piedi, su bagnarole di fortuna, autobus devastati, solo con uno zaino in spalla e la miseria a tracolla. In Germania trova rifugio in un vecchio motel abbandonato, dove c’è un pianoforte. Ricomincia a fare ciò che faceva a Yarmuk, suona e canta per i bambini sballottati dall’esilio. Riprende a suonare, inizia a fare concerti e riceve…
Negli anni ’90 Amadou e Mariam valicano i confini del continente nero e sbarcano in Europa, nel Regno Unito e soprattutto in Francia, dove entrano in contatto con altre realtà musicali: il blues americano, i ritmi cubani e indiani, la musica folk francese, tutti generi che arricchiscono il loro bagaglio andando ad arricchire il loro stile, peraltro già improntato verso atmosfere blues nei pezzi più introspettivi e funk in quelli più movimentati. Verso la fine del millennio Sonodisc e Polydor siglano accordi con i due artisti africani, contratti che si concretizzano con la pubblicazione di dischi inediti e la rimasterizzazione e la ristampa dei loro primi lavori. Il duo gode di grande visibilità quando una loro canzone, Mon Amour, Ma…
Ma quello che la differenzia non è solo la profondità e la sensualità del timbro di voce, che pochi altri cantanti posseggono, ma la sua abilità nel trasformare in fado ogni melodia alla quale presta la sua voce. Non c’è nessun’altra voce fado come quella di Ana Moura. Ana inizia a coltivare la passione per la musica da bambina, aiutata in questo da una famiglia di cantanti. Sebbene avesse potuto esibirsi in qualsiasi genere musicale, si accorge ben presto di avere un’inclinazione particolare per il fado: all’età di sei anni canta il suo primo brano fado Cavalo Ruço, ma durante l’adolescenza decide di mettere da parte per un po’ di tempo questa musica. In questo periodo, nonostante cantasse canzoni di altri generi,…
Aynur Dogan è una straordinaria cantante e compositrice curda, nata il 27 dicembre 1975 a Çermik, Turchia. Cresciuta in una famiglia di musicisti, ha da subito dimostrato una passione e un talento straordinario per la musica, con una voce che incanta e unisce le tradizioni musicali curde con influenze contemporanee. Aynur ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’90, distinguendosi per la sua interpretazione appassionata delle canzoni tradizionali curde, affrontando tematiche profonde e significative. La sua voce potente, capace di esprimere una vasta gamma di emozioni, l’ha resa una delle voci più riconoscibili e apprezzate nella musica curda. Aynur Dogan ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo contributo alla musica e alla cultura curda. La sua audace…
I riconoscimenti internazionali non mancano, dal Miglior Gruppo per Songlines 2021, al Miglior Album World Music 2021 per Mojo: Le Monde ha lodato il loro concerto al Trans Musicales di Rennes (lo storico festival che da 43 anni annuncia le tendenze musicali di domani), definendo questa edizione come “segnata dalla gioia carnevalesca del gruppo Ayom”. Il loro nome Ayom, è il “Signore della Musica”, che nella mitologia afro-brasiliana (Candomblè), è la divinità che vive dentro il tamburo e che ha insegnato agli esseri umani a fare musica e a cantare. Mescolando numerose tradizioni musicali e ritmiche, Ayom intraprende un viaggio emozionante ed intimo sulle rotte della diaspora africana. Così fiorisce la loro musicalità nomade e profonda, provocatoria e danzante, dove…
“Più di ogni altra cosa siamo una rock band”, dichiara la frontwoman Yousra, che canta, ulula e improvvisa fulgori con il suo awicha (piccolo guembri), come qualche dea guerriera barbara. Con Nayda!, debutto del formidabile quartetto marocchino-francese, prodotto per la prestigiosa Real World, i Bab L’Bluz spargono i frutti della loro elettrizzante mezcla in cui confluiscono ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, elementi berberi e subsahariani che incontrano, felicemente, funky, rock e blues. Acclamato dal Mojo nella Top 10 world album dell’anno, dal Songlines tra i migliori album del 2020, dal New York Times, Vogue Arabia, BBC, Le Monde, Financial Time, Pan African Music, Uncut, Radio Nova e altri, nel 2021 ha vinto la Songlines Music Awards nella categoria Fusion….
Baloji nasce a Lubumbashi (nella Repubblica Democratica del Congo) e cresce in Belgio. Baloji è un artista in movimento, un musicista, un poeta, un regista, un uomo fatto di immagini e di idee. È in movimento come gli abitanti di Avenue Kaniama, a Lubumbashi. In movimento come l’afro beat sintetico che produce, frutto di un’improbabile alleanza tra il rockrumba e un funk futurista. In movimento costante, come il suo corpo sul palcoscenico mentre conduce la sua band, trasportandola in una sensuale trance voodoo. In movimento come l’epoca catturata dalla sua penna, un’epoca in cui il personale e il politico si incontrano e si scontrano. Lavora inoltre come direttore artistico per diversi brand e ha posato, tra gli altri, per Louis…
Bassekou Kouyate nasce a Garana, un piccolo villaggio a 60 chilometri da Segou, sulla sponda del fiume Niger. Proviene da una lunga discendenza di griot sia da parte di padre, che di madre – suo padre Mustapha Kouyaté suonava lo ngoni, e sua madre Yagaré Damba era una cantante spirituale – così anche lui, all’età di 12 anni, comincia a suonare lo ngoni. Verso la metà degli anni Ottanta, Bassekou comincia a suonare nelle feste tradizionali e ai matrimoni, dove entra in contatto con un altro straordinario musicista di kora, Toumani Diabate. È così che, già alla fine del decennio, Bassekou è tra i fondatori della Toumani Diabate’s Symmetric Orchestra, che in seguito incluse anche, tra gli altri, un giovane…
Straordinaria band proveniente da Soweto, Sudafrica, conosciuti per il loro stile unico, i BCUC mescolano la musica tradizionale sudafricana con elementi moderni, creando un suono energico e pieno di coscienza politica. Il loro nome stesso riflette la loro missione: “Bantu” per il popolo, “Continua” per il proseguimento, “Uhuru” per la libertà e “Consciousness” per la consapevolezza. Come i loro predecessori, i Bantu Continua Uhuru Consciousness vedono la loro musica come una trance edonistica, ma anche come un’arma di liberazione politica e spirituale. Dagli umili inizi, quando provavano in un container a pochi passi dalla chiesa dove Desmond Tutu organizzò la fuga dei più ricercati attivisti anti-Apartheid di Soweto, i BCUC sono cresciuti fino a diventare una delle band sudafricane più…
Ad accompagnare la sua musica, tanto eclettica quanto padroneggiata, Biga*Ranx offre al suo pubblico una direzione artistica – soprattutto scenica – tagliente e ispirata all’art brut, underground e vibrante, non lontano da un Basquiat. Al secolo, Gabriel Piotrowski, classe 1988, si appassiona al mondo del reggae sin dall’età di 13 anni, influenzato dalla cultura giamaicana, trae la sua ispirazione da molti artisti come Super Cat, Alton Ellis e Vybz Kartel, scoprendo ben presto l’universo delle produzioni americane e trovando subito il suo stile tra reggae e hip-hop. Ma è un viaggio in Giamaica che segna veramente l’inizio della sua carriera, dove frequenta studi di registrazione e incide il suo primo brano insieme a Ninja Ford. Nel 2006 Biga ha già…
Stella del desert blues, Goumar Almoctar, conosciuto come Bombino, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Costretto a fuggire più volte con la sua famiglia, durante una visita i parenti dimenticano una chitarra che il piccolo Bombino tiene per sé, iniziando ad esercitarsi. Diventa allievo del celebre chitarrista Tuareg Haia Bebe e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”. Inizia ad appassionarsi a Jimi Hendrix e Mark Knopfler, di cui studia le tecniche durante i pascoli tra Algeria e Libia. Tornato in Niger Bombino intraprende la carriera di…
La parabola del progetto Buena Vista Social Club la conosciamo tutti perché è entrata nell’immaginario collettivo come poche altre vicende. Nel 1996 il chitarrista americano Ry Cooder e il direttore d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez radunano un gruppo di musicisti, celebri negli anni ’40-’50 e per lo più dimenticati, che praticavano le sonorità tradizionali dell’Isla Grande: il son, il bolero, il danzon, all’epoca schiacciati dall’imperio della salsa. Eliades Ochoa era il bambino – «el nieto», il nipote – (prima dell’arrivo qualche anno dopo, del “piccolo” Roberto Fonseca) in quell’allegra combriccola di ottuagenari che stupì il mondo intero. Eppure Eliades Ochoa, nel 1996, non era propriamente di primo pelo: di anni ne aveva già una cinquantina e ed era conosciuto con il suo Cuarteto Patria partito…
La città è Agadez, famosa città tuareg e capitale nevralgica del desert blues e il fondatore di questa storia è Aghaly Migi. È lui a fondare il gruppo nel 1995 e ad insegnare nel corso degli anni ai suoi fratelli come impugnare la chitarra, l’arma più diffusa nelle strade polverose di Agadez e che ha consegnato al mondo leggende musicali come Bombino. A differenza dei più celebri colleghi, gli Etran de l’Aïr hanno sempre mantenuto una dimensione più familiare e forse più autentica. Infatti una delle peculiarità del desert blues di Agadez è quella di essere una musica cerimoniale suonata in occasione di matrimoni, battesimi, eventi politici. Anche i ritmi erano più rudimentali all’inizio della loro storia – solo chitarre…
É uscito il 12 maggio London Ko, il nuovo disco di Fatoumata Diawara co-prodotto da Damon Albarn. Con questo nuovo disco, Fatoumata Diawara continua a reinventare la musica africana tradizionale, unendo le sue radici mandinka con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo dell’album, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale maliana Bamako. In London Ko l’artista africana, tra le voci più intense nel panorama internazionale della world music, unisce le forze con Damon Albarn (Gorillaz, Blur), che co-produce alcuni brani dell’album e compare in ben sei brani, tra cui il primo singolo, Nsera, uscito con il plauso della critica di Pitchfork, Stereogum, okayafrica, WNYC, il podcast Object of Sound e altri ancora. Attingendo agli incontri artistici internazionali…
Flavia ha percorso tutte le strade del mondo: dai morros di Rio de Janeiro alle strade lastricate di pavé di Parigi, questa giovane splendida donna è a casa dove si sente accolta. La musica è fatta di questa alchimia. È immateriale, una vibrazione cosmica che si muove nell’aria: dal caldo torrido alle brezze gelide, risuona a tutte le latitudini. Lo sa anche Flavia. Il suo canto risuona dalle cuffiette dei cellulari alle pensiline degli autobus, dai concerti nei caffè ai più grandi festival del mondo. “Non mi sono mai stata così bene in vita mia”, annuncia con il suo sorriso irresistibile. Flavia Coelho sta vivendo il suo momento migliore, sia personalmente che artisticamente. Lo dimostra il suo quarto album, DNA….
Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene infine lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito dov’è rimasto da allora. Si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, ed un incontro con una Adele allora adolescente. La musica gli offre una tregua e gli dà respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito. “In Galles per la prima volta comprai della musica…
All’età di 18 anni, ha iniziato la carriera di artista itinerante suonando spettacoli di music hall per bambini in Africa, Sud America e Caraibi, prima di stabilirsi definitivamente a Lione. Una volta in Francia, ha unito le forze con il produttore americano Maga Bo, precursore dei “Tropical Bass”, dando vita al sideproject Sociedade Recreativa. Un mix esplosivo di musica elettronica e ritmi tradizionali brasiliani che ha portato i due artisti ad esibirsi in vari tour internazionali, presentare due album molto ben ricevutii dalla critica (Songlines, Télérama, Les Inrocks, …) e da radio internazionali (BBC, RadioNova, FIP, RFI, …). Dopo aver collaborato con molti artisti – da Papet J di Massilia Sound System alla sua connazionale Flavia Coelho, oltre a Sir…
Jean-Pierre Bokondji, in arte Jupiter, nasce a Kinshasa il 16 dicembre 1963, tre anni dopo l’indipendenza del Congo. È la sua nonna, una curatrice riconosciuta, che lo introduce per prima alla musica e ai ritmi tradizionali, e fin da piccolo Jupiter impara a suonare le percussioni, accompagnandola nei funerali e matrimoni. Passa larga parte della sua infanzia e adolescenza vivendo a Dar-es-Salam in Tanzania e nella Berlino Est, dove suo padre lavora come assistente esecutivo per l’ambasciata del Congo nel 1974. Ma nel 1979, all’età di 17 anni, lascia la Germania per tornare a Kinshasa e si immerge in tutta un’altra dimensione, l’antitesi di ciò che aveva conosciuto fino ad allora. Crescendo in Germania come figlio di un diplomatico, Jupiter…
Kakawa è il nome con cui viene identificata la pianta da cui hanno origine i frutti del cacao. Kakawa significa fonte di sostentamento, vita per tutti i popoli indigeni delle fasce equatoriali del mondo, e allo stesso tempo si trasforma, attraverso un processo di contaminazione, in qualcosa che tutto il mondo conosce sotto varie, molteplici e gustose forme. Come per il cibo anche per la musica il processo creativo trae ispirazione dalla terra, dalle radici, dalle origini. In simbiosi con la natura e attraverso l’uomo, tra spiritualità e divinità, i suoni si sviluppano, si contaminano e arrivano sotto nuova forma in ogni angolo del globo. Ritmo, musica e canto a beneficio di ogni essere vivente. Kakawa è un progetto musicale…
KUTU nasce dall’incontro ad Addis Abeba del violinista Théo Ceccaldi (Uno dei talenti più promettenti della scena jazz francese, già vincitore delle Victoires de la Musique nel 2017) con le potenti voci delle due cantanti etiopi Hewan Gebrewold & Haleluya Tekletsadik. Un viaggio nel cuore delle notti febbrili dell’Addis underground 2020, dove la gioventù iperattiva si impadronisce della musica ancestrale per emanciparsi e divertirsi. Partendo da poesie odierne e una raccolta di ritmi tribali, Théo Ceccaldi immagina un set tellurico dove improvvisazione e acrobazie vocali si intersecano, sorretti da un ritmo potente e da una line up dalla vitalità contagiosa: tastiere elettro-cosmiche, bassi ipnotici, danze esaltate e voci stellari. Toccato dalle voci degli Azmari, scoperti grazie alla serie Les Éthiopiques…
Kyle Eastwood è cresciuto a Carmel, in California, figlio maggiore del regista Clint Eastwood. Immerso nella musica sin dall’infanzia grazie alla passione dei genitori, Kyle è cresciuto ascoltando i grandi del jazz, da Miles Davis a Duke Ellington e Count Basie. “Quando ho detto a mio padre che volevo fare il musicista, era veramente contento. La musica è sempre stata importante nella mia famiglia.”. Spronato e supportato dal padre, Kyle Eastwood ha iniziato a suonare il contrabbasso e il basso elettrico e dopo gli studi ha iniziato a suonare negli Stati Uniti. E’ con la pubblicazione del suo primo album alla fine degli anni ’90 che inizia la sua produzione discografica, mentre parallelamente realizza le colonne sonore dei film del padre: Mystic…
La sua profonda e potente voce, il linguaggio espressivo e i giochi di parole sono già rimasti impressi nella nostra testa tutta l’estate grazie alle trasmissioni su Radio Nova, Inter in Francia e Radio Cosmo in Germania del singolo Yacomome, che significa ‘questo è per te!’ in Wolof. Questo è l’EP di debutto di Lass: una piccola mappa del mondo, una raccolta di storie e una semplice filosofia illustrata attraverso la sua voce sbalorditiva. Cresciuto tra i soundsystem di Dakar, Lass ha ascoltato fin da piccolo i suoni afrocubani dell’Orchestra Baobab e Bembaya Jazz alle serate di rumba congolese organizzate da suo fratello, prima di scoprire il reggae e artisti come il più recente Garnett Silk. Travolgente, canta folk, dancehall, mbalax…
Le prime furono le Amazzoni del Dahomey: la milizia di cacciatori di elefanti nell’antico Benin che ospitava quelle donne che, ripudiate dai genitori o dai mariti a causa della loro ribellione, si arruolavano in quel corpo d’élite che sarebbe diventato la loro famiglia. L’idea è proprio quella di un collettivo di artiste, un super gruppo panafricano in cui le cantanti che si alternano, partendo da un’idea di Mamani Keita, Angelique Kidjio (che è ospite dell’album), Mariam Doumbia, e danno vita a un repertorio di lotta e rivendicazione, cantato ogni volta da frontwoman differenti. Una rosa di grandi eccellenze, si alternano voci come Mamani Keita, Fafa Ruffino, Kandi Guira, Dobet Gnahore… Cantano contro la violenza sessuale, spaziano dal funk al blues…
Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima…
Il coinvolgente incontro tra due talenti eclettici, la cantante catalana Magalí Sare e il poliedrico musicista Manel Fortià. Questa collaborazione unisce la voce dolce e versatile di Magalí con la ricchezza strumentale di Manel, creando un’esperienza sonora unica che attraversa confini stilistici e linguistici. Magalí Sare, nata in una famiglia di musicisti, ha iniziato la sua carriera nel coro diretto da sua sorella durante l’infanzia, evolvendo poi verso progetti come Quartet Mèlt. La sua voce delicata e la sua dedizione al jazz hanno plasmato una carriera impressionante, inclusa la collaborazione con artisti come Clara Peya. Manel Fortià, laureato in Informatica, ha abbandonato quella strada per dedicarsi alla sua vera passione: la musica. La sua esperienza a New York ha arricchito…
C’è consenso tra la stampa, i programmatori, il pubblico e i suoi colleghi nell’indicare Marco Mezquida come una delle apparizioni più brillanti e promettenti sulla scena musicale della penisola negli ultimi decenni, e un artista pronto a conquistare qualsiasi palco del mondo. È stato premiato come musicista dell’anno dall’Associazione dei musicisti jazz e moderni della Catalogna non una, ma quattro volte; ha ricevuto il Premio Città di Barcellona 2019 per “No hay dos sin tres” (con il suo progetto con il chitarrista flamenco Juan Gómez “Chicuelo”, il Premi Alicia per la migliore produzione discografica per il suo ultimo album Talismán, ed è stato convocato da una lista infinita di artisti del primo ordine per fare registrazioni e concerti in tutto…
Vincitrice di 4 Latin Grammy, la sua musica fonde samba, pop, jazz e soul, il tutto caratterizzato dalla sua voce sublime. Con un album di successo dopo l’altro, Marisa Monte è riconosciuta come una delle più grandi cantanti brasiliane di tutti i tempi. Un’esploratrice, innamorata del passato, ma proiettata verso il futuro: la carriera di Marisa Monte è costellata di successi e di collaborazioni importanti. La punta di diamante è la collaborazione con Antonio Antunes e Carlinhos Brown, quando agli albori del Terzo Millennio hanno danno vita a un album definito dai più come la rivoluzione copernicana della musica popolare brasiliana: Tribalistas. Hit come Ainda Bem, Já sei Namorar e Amor I Love You sono incluse nella scaletta dello spettacolo. Il…
Maxence Cyrin è oggi uno dei pianisti più ascoltati al mondo, grazie anche alla sua famosa trascrizione per piano solo di “Where Is My Mind?” dei Pixies, un brano che è stato certificato “Triplo Diamante” e ha totalizzato oltre 150 milioni di ascolti nel mondo. Oggi torna con un nuovo album, Springsong, composto da dieci nuovi haiku musicali per pianoforte e in due brani con trio d’archi, con un approccia minimalista nella forma, che non dimentica però la melancolica dolcezza del pianismo francese novecentesco, da Debussy o Satie a Sakamoto. D’altra parte Cyrin è da trenta anni cittadino di quella Montmartre che da sempre è il cuore della vita culturale ed artistica di Parigi, vivace ma al contempo venata di…
Cresciuta a New York e profondamente influenzata dalle sue radici nella chiesa, Michelle David ha iniziato la sua carriera da cantante all’età di quattro anni. A cinque anni, si era già unita al suo primo gruppo, The Mission of Love. Questo inizio precoce ha preparato il terreno per una carriera straordinaria che l’ha vista girare il mondo con il musical di Broadway “Mama” e contribuire a produzioni teatrali di successo come “The Sound of Motown,” “Glory of Gospel,” e “Mahalia.” Ha anche registrato con artisti di spicco come Diana Ross e Michael Bolton prima di intraprendere il suo viaggio con i True-tones. Michelle David & The True-tones sono noti per le loro performance dal vivo elettrizzanti che mescolano il soul…
Sul palco bonghi, timbales e congas provvedono allo scheletro ritmico, su cui viaggiano le corde del basso e della chitarra, su cui si appoggiano sax, tromba e tastiere mentre le voci dei cantanti Freddy “Il Re” Tsukamoto e Megu aggiungono il tocco finale con le loro svettanti voci min’yō. Gli arrangiamenti incisivi e brillanti di questa big band composta da di dieci elementi infondono nuova vita a canzoni folk tradizionali della classe operaia. Il loro album di debutto “Echoes of Japan” (2019), segna l’arrivo di un gruppo unico e inimitabile, contraddistinta dal suono vocale del min’yo che incontra il groove della cumbia, del jazz, del thai pop, dell’afro-funk e del reggae. La missione dei Minyo Crusaders, è salvare i min’yo…
Il duo si è formato in seguito ad un incontro fortuito all’omonima stazione della metro di Parigi. Aero Manyelo era in tour con il collettivo panafricano Batuk e Nadjib Ben Bella aveva appena assistito al loro concerto, quando si incontrano per caso alla fermata e Nadjib lo invita a casa per bere un bicchiere insieme. Nel momento in cui Manyelo vede lo studio di Ben Bella i piani cambiano e parte una session di musica che dura tutta la notte. Per il loro EP di debutto intitolato a loro nome per la rinomata etichetta Real World, il duo internazionale collabora con le band Congolesi Kasai Allstars, Konono Nº1, Mbongwana Star and Basokin, su cinque audaci tracce forgiate dai ritmi tribali e le voci mistiche delle foreste…
Ciò che Sergio Mendoza, frontman e polistrumentista dell’ Orkesta Mendoza, chiama indie mambo è un mix di stili latino-americani con elementi della cumbia, del merengue e della ranchera: immaginate il mambo di una big band degli anni Cinquanta visto con gli occhi della musica latino-americana del Ventunesimo secolo e capirete chi sono gli Orkesta Mendoza. Ad ogni concerto le loro canzoni sono arricchite di fascino e ricercatezza. Il frontman, cantante, tastierista e chitarrista Sergio Mendoza e il baritono Salvador Duran si esibiscono con la lap steel guitar, la tastiera, le percussioni, i tamburi e ovviamente gli ottoni. La loro musica non è la riproduzione di suoni di ere passate, conservati in un museo, ma è qualcosa che vive e respira. Il loro…
Oumou Sangaré è famosa in tutto il mondo per la sua musica vibrante e potente, che spesso contiene messaggi rivoluzionari su temi come i diritti delle donne, tradizione e povertà. Dall’uscita del suo album di debutto Moussoulou nel 1989, la carriera della cantante maliana non ha avuto alcuna sosta. Tra le tappe più importanti del suo ricco e fruttuoso viaggio troviamo alcune delle registrazioni più importanti nella storia della musica africana contemporanea: Ko Sira (1993), Worotan (1996) e Seya (2009), quest’ultimo nominato per un Grammy Award. Contando tra i suoi fan artisti del calibro di Alicia Keys e Beyoncé (che ha campionato il classico Diaraby Nene per la colonna sonora del film Il Re Leone del 2019), Sangaré ha da tempo rotto le barriere che separano i continenti e gli…
Salif Keïta è un cantante e musicista albino originario del Mali. Nato a Djoliba nel 1949, Salif Keïta è discendente diretto del fondatore dell’impero del Mali, Sundiata Keita. Dopo la laurea provò a diventare insegnante, ma venne rifiutato. Decise allora di fare il cantante, creando scandalo all’interno di tutta la sua famiglia: la musica, infatti, è tradizionalmente riservata alla casta dei griot, mentre i Keita sono una famiglia di principato. Salif venne emarginato dalla sua comunità anche perchè l’albinismo, nella cultura Mandinka, è un segno di sfortuna. Trova fuori dai confini del Mali le condizioni per esprimersi. La sua musica, che incorpora vari stili tradizionali dell’Africa occidentale mescolandoli a suggestioni europee e americane, ha conquistato il grande pubblico. Esponente di…
Shantel interagisce con il pubblico e il pubblico lo adora per questo: “Quando scavalca le transenne e quasi annega nella folla, anche i più esperti frequentatori di festival appaiono sorpresi. Shantel si mette il dito sulla bocca e invita il pubblico a sedersi, lui in mezzo a migliaia di persone, catturato dai riflettori. E poi comincia a cantare in modo lieve nel suo microfono “Anarchy and Romance, non abbiamo bisogno di alcuna guida…” fino a quando i musicisti sul palco attaccano con una potente tempesta di basso e ottoni. Questo è il momento in cui la folla ricomincia a ballare, con Shantel ancora in mezzo a loro”. (FAZ) In conclusione: “Chi ha mai visto un concerto di Shantel, lo sa:…
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo. Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi…
L’artista e musicista Paul Simonon è forse più noto come bassista nell’iconica band punk The Clash e nel collettivo musicale The Good The Bad and The Queen. Simonon è nato a Londra e con Mick Jones ha formato i The Clash nel 1976. Il gruppo ha pubblicato sei album fondamentali tra cui The Clash, London Calling e Combat Rock e sebbene in prima linea nella scena punk, hanno sviluppato il loro sound fino ad abbracciare reggae, dub, funk, jazz e hip hop riscuotendo un successo sia critico che commerciale. Il compositore, tastierista e remixer Dan Donovan era il tastierista dei Big Audio Dynamite e membro fondatore del gruppo di musica elettronica Dreadzone. È stato anche il primo programmatore di batteria…