Da qui l’idea di creare qualcosa di nuovo, in cui s’incontrassero i suoni intensi e affilati della tecno e della house con le melodie, le armonie e i canti del mondo arabo. Dopo i primi esperimenti hanno condiviso le loro scoperte con produttori e musicisti, invitandoli a prendere parte al progetto. Così è uscito il primo singolo e la successiva compilation Acid Arab Collections, che include collaborazioni tra gli altri con Crackboy, Pilooski, Etienne Jaumet e I:Cube. Gli Acid Arab hanno così dato vita a una nuova forma di world music, appropriandosi dei codici della musica mediorientale e trasformandoli con gli strumenti analogici tipici della tecno, come la beatbox e la bassline machine. Gli Acid Arab, che dal vivo si…
I video che lo ritraggono suonare sui cumuli di macerie fanno il giro del mondo e tutto il mondo conosce la sua storia. Ma il giorno del suo compleanno arrivano i miliziani dell’ISIS e bruciano il suo pianoforte, in quanto “haram”. A quel punto Aeham Ahmad decide che è giunta l’ora di partire e percorre le migliaia di chilometri che separano Damasco da Berlino a piedi, su bagnarole di fortuna, autobus devastati, solo con uno zaino in spalla e la miseria a tracolla. In Germania trova rifugio in un vecchio motel abbandonato, dove c’è un pianoforte. Ricomincia a fare ciò che faceva a Yarmuk, suona e canta per i bambini sballottati dall’esilio. Riprende a suonare, inizia a fare concerti e riceve…
AfrotroniX, mixa Africa e culture occidentali tra danza, arti digitali, fondendo musica elettronica con ritmi africani e blues del Touareg andando verso un mondo musicale futuristico.
Composto da membri provenienti da 3 continenti, il collettivo parigino nato a Barbès ha coniato il suono “arab fuzz” unendo saz turco, chitarre fuzz, oud arabo, darbuka, amplificatori vintage e suoni di batteria classici. Lee Ranaldo (Sonic Youth), Jello Biafra (Dead Kennedys), la cantautrice sudanese Alsarah e il cantante egiziano Hend Elrawy (Orange Blossom) sono parte di questo strepitoso debutto. I testi sono in arabo, offrendo un attacco incisivo ma poetico all’oppressione politica e sollevando temi spesso trattati come tabù nella musica mediorientale. L’atmosfera, invece, è esaltante come nei concerti dal vivo della band, come un matrimonio arabo trasformato in una celebrazione psichedelica sulla pista da ballo. In Who Are We?, la produzione franco-americana del leader della band Thomas Attar…
Negli anni ’90 Amadou e Mariam valicano i confini del continente nero e sbarcano in Europa, nel Regno Unito e soprattutto in Francia, dove entrano in contatto con altre realtà musicali: il blues americano, i ritmi cubani e indiani, la musica folk francese, tutti generi che arricchiscono il loro bagaglio andando ad arricchire il loro stile, peraltro già improntato verso atmosfere blues nei pezzi più introspettivi e funk in quelli più movimentati. Verso la fine del millennio Sonodisc e Polydor siglano accordi con i due artisti africani, contratti che si concretizzano con la pubblicazione di dischi inediti e la rimasterizzazione e la ristampa dei loro primi lavori. Il duo gode di grande visibilità quando una loro canzone, Mon Amour, Ma…
Ma quello che la differenzia non è solo la profondità e la sensualità del timbro di voce, che pochi altri cantanti posseggono, ma la sua abilità nel trasformare in fado ogni melodia alla quale presta la sua voce. Non c’è nessun’altra voce fado come quella di Ana Moura. Ana inizia a coltivare la passione per la musica da bambina, aiutata in questo da una famiglia di cantanti. Sebbene avesse potuto esibirsi in qualsiasi genere musicale, si accorge ben presto di avere un’inclinazione particolare per il fado: all’età di sei anni canta il suo primo brano fado Cavalo Ruço, ma durante l’adolescenza decide di mettere da parte per un po’ di tempo questa musica. In questo periodo, nonostante cantasse canzoni di altri generi,…
Il collettivo musicale Antibalas (che, tradotto dallo Spagnolo, significa ‘antiproiettile’) fu concepito a Città del Messico nel 1997 da Martìn Perna, e si è allargato negli anni accogliendo artisti come Gabriel Roth, Michael Wagner, Del Stribling aka Binky Griptite, Victor Axelrod, Fernando Bugaloo Velez, Anda Szilagyi. A pochi mesi dalla nascita del gruppo, Perna e Roth, passeggiando nel loro quartiere, incontrano Amayo, originario di Lagos, Nigeria, e lo invitano a vedere un loro spettacolo. Amayo entra così nella band, iniziando a comporre insieme a loro e diventandone il frontman. Il collettivo passa i suoi primi mesi provando e componendo, cercando di arricchire il loro repertorio di musica originale. Decidono di evitare il palcoscenico tradizionale durante il loro primo anno insieme,…
“Più di ogni altra cosa siamo una rock band”, dichiara la frontwoman Yousra, che canta, ulula e improvvisa fulgori con il suo awicha (piccolo guembri), come qualche dea guerriera barbara. Con Nayda!, debutto del formidabile quartetto marocchino-francese, prodotto per la prestigiosa Real World, i Bab L’Bluz spargono i frutti della loro elettrizzante mezcla in cui confluiscono ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, elementi berberi e subsahariani che incontrano, felicemente, funky, rock e blues. Acclamato dal Mojo nella Top 10 world album dell’anno, dal Songlines tra i migliori album del 2020, dal New York Times, Vogue Arabia, BBC, Le Monde, Financial Time, Pan African Music, Uncut, Radio Nova e altri, nel 2021 ha vinto la Songlines Music Awards nella categoria Fusion….
Baloji nasce a Lubumbashi (nella Repubblica Democratica del Congo) e cresce in Belgio. Baloji è un artista in movimento, un musicista, un poeta, un regista, un uomo fatto di immagini e di idee. È in movimento come gli abitanti di Avenue Kaniama, a Lubumbashi. In movimento come l’afro beat sintetico che produce, frutto di un’improbabile alleanza tra il rockrumba e un funk futurista. In movimento costante, come il suo corpo sul palcoscenico mentre conduce la sua band, trasportandola in una sensuale trance voodoo. In movimento come l’epoca catturata dalla sua penna, un’epoca in cui il personale e il politico si incontrano e si scontrano. Lavora inoltre come direttore artistico per diversi brand e ha posato, tra gli altri, per Louis…
Bassekou Kouyate nasce a Garana, un piccolo villaggio a 60 chilometri da Segou, sulla sponda del fiume Niger. Proviene da una lunga discendenza di griot sia da parte di padre, che di madre – suo padre Mustapha Kouyaté suonava lo ngoni, e sua madre Yagaré Damba era una cantante spirituale – così anche lui, all’età di 12 anni, comincia a suonare lo ngoni. Verso la metà degli anni Ottanta, Bassekou comincia a suonare nelle feste tradizionali e ai matrimoni, dove entra in contatto con un altro straordinario musicista di kora, Toumani Diabate. È così che, già alla fine del decennio, Bassekou è tra i fondatori della Toumani Diabate’s Symmetric Orchestra, che in seguito incluse anche, tra gli altri, un giovane…
Ad accompagnare la sua musica, tanto eclettica quanto padroneggiata, Biga*Ranx offre al suo pubblico una direzione artistica – soprattutto scenica – tagliente e ispirata all’art brut, underground e vibrante, non lontano da un Basquiat. Al secolo, Gabriel Piotrowski, classe 1988, si appassiona al mondo del reggae sin dall’età di 13 anni, influenzato dalla cultura giamaicana, trae la sua ispirazione da molti artisti come Super Cat, Alton Ellis e Vybz Kartel, scoprendo ben presto l’universo delle produzioni americane e trovando subito il suo stile tra reggae e hip-hop. Ma è un viaggio in Giamaica che segna veramente l’inizio della sua carriera, dove frequenta studi di registrazione e incide il suo primo brano insieme a Ninja Ford. Nel 2006 Biga ha già…
Stella del desert blues, Goumar Almoctar, conosciuto come Bombino, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Costretto a fuggire più volte con la sua famiglia, durante una visita i parenti dimenticano una chitarra che il piccolo Bombino tiene per sé, iniziando ad esercitarsi. Diventa allievo del celebre chitarrista Tuareg Haia Bebe e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”. Inizia ad appassionarsi a Jimi Hendrix e Mark Knopfler, di cui studia le tecniche durante i pascoli tra Algeria e Libia. Tornato in Niger Bombino intraprende la carriera di…
Ci sono corde che catturano per sound ed empatia e che hanno al tempo stesso la forza di legare emotivamente continenti differenti. Quelle delle chitarre di Bombino e Adriano Viterbini hanno anche un potere sciamanico, tellurico e ipnotico, capace di trasportare l’ascoltatore tra la polvere del deserto, in un tempo fuori dal tempo. Il prodigio partito dal Niger per conquistare il Mondo, fino ad essere incoronato dalla critica come il “Jimi Hendrix” del deserto, e il bluesman alternativo romano danno vita a uno spettacolo mozzafiato, in cui il repertorio del primo è potenziato dal contributo del secondo attraverso una selezione di brani originali arrangiati in forma inedita. Il suono è caldo, sabbioso e sensuale, il pubblico è avvolto in un’atmosfera…
La parabola del progetto Buena Vista Social Club la conosciamo tutti perché è entrata nell’immaginario collettivo come poche altre vicende. Nel 1996 il chitarrista americano Ry Cooder e il direttore d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez radunano un gruppo di musicisti, celebri negli anni ’40-’50 e per lo più dimenticati, che praticavano le sonorità tradizionali dell’Isla Grande: il son, il bolero, il danzon, all’epoca schiacciati dall’imperio della salsa. Eliades Ochoa era il bambino – «el nieto», il nipote – (prima dell’arrivo qualche anno dopo, del “piccolo” Roberto Fonseca) in quell’allegra combriccola di ottuagenari che stupì il mondo intero. Eppure Eliades Ochoa, nel 1996, non era propriamente di primo pelo: di anni ne aveva già una cinquantina e ed era conosciuto con il suo Cuarteto Patria partito…
Dissociati da qualsiasi dogma dello spettacolo, Emir Kusturica e The No Smoking Orchestra sono un fenomeno significativo del movimento anti-globalista e un paradosso unico dell’ambiente da cui sono nati. Sono più famosi e più conosciuti sulla scena internazionale che nel loro paese, di cui hanno stimolato con successo la reputazione. Da dieci anni portano sui palchi il suono arruffato unza unza della chitarra ritmica seguendo il ritmo rapido a due quarti del kolo serbo, una versione frenetica della rumba balcanica, che unisce l’esperienza rock, il suono della musica zingara e il Il ritmo di due quarti di Šumadija con concetti artistici più ampi. Sono la prova del fatto che, ora, in un momento caratterizzato da una sempre maggiore mancanza di…
La città è Agadez, famosa città tuareg e capitale nevralgica del desert blues e il fondatore di questa storia è Aghaly Migi. È lui a fondare il gruppo nel 1995 e ad insegnare nel corso degli anni ai suoi fratelli come impugnare la chitarra, l’arma più diffusa nelle strade polverose di Agadez e che ha consegnato al mondo leggende musicali come Bombino. A differenza dei più celebri colleghi, gli Etran de l’Aïr hanno sempre mantenuto una dimensione più familiare e forse più autentica. Infatti una delle peculiarità del desert blues di Agadez è quella di essere una musica cerimoniale suonata in occasione di matrimoni, battesimi, eventi politici. Anche i ritmi erano più rudimentali all’inizio della loro storia – solo chitarre…
Il 25 maggio è uscito il nuovo album di Fatoumata Diawara, “Fenfo” (Wagram/Montuno), traducibile come “qualcosa da dire”, prodotto dalla stessa Diawara e da Matthieu Chedid (in arte M) e registrato fra Mali, Burkina Faso, Barcellona e Parigi. “Fenfo” segue il tanto acclamato lavoro di debutto dell’artista, “Fatou”. È un album che ha molto da raccontare, e lo fa con uno stile a volte esuberante nella sua contaminazione pop. Un afropop ricco di felici intuizioni, tra geniali contaminazioni funky (“Negue Negue”), leggerezze tropicali piacevolmente esotiche (“Dibi Bo”) e sintesi pop trascinanti come un rock’n’soul anni 70 (“Bonya”), anche se è nel pregevole uptempo di “Kanou Dan Yen” che la musicista trova il perfetto equilibrio tra la modernità afro-disco e le sonorità antiche…
Flavia ha percorso tutte le strade del mondo: dai morros di Rio de Janeiro alle strade lastricate di pavé di Parigi, questa giovane splendida donna è a casa dove si sente accolta. La musica è fatta di questa alchimia. È immateriale, una vibrazione cosmica che si muove nell’aria: dal caldo torrido alle brezze gelide, risuona a tutte le latitudini. Lo sa anche Flavia. Il suo canto risuona dalle cuffiette dei cellulari alle pensiline degli autobus, dai concerti nei caffè ai più grandi festival del mondo. “Non mi sono mai stata così bene in vita mia”, annuncia con il suo sorriso irresistibile. Flavia Coelho sta vivendo il suo momento migliore, sia personalmente che artisticamente. Lo dimostra il suo quarto album, DNA….
Daniele di Bonaventura e Giovanni Ceccarelli costituiscono dal 2013 un originale duo di bandoneon e pianoforte, che ha tenuto concerti in tutta Europa e nel resto del mondo. Dopo l’acclamato album “Mare Calmo”, nel quale il duo si era proposto con un programma di composizioni originali, Daniele e Giovanni hanno intrapreso un nuovo progetto discografico incentrato sulla musica di Tom Jobim. Entrambi apprezzano profondamente e traggono ispirazione dal mondo musicale di Tom Jobim: il sobrio e delicato stile pianistico, l’emozionante inventività melodica, le sofisticate armonie, i testi ricchi di poesia. Jobim, il principale protagonista della “bossanova” insieme a João Gilberto, è indubbiamente uno dei più influenti compositori del XX secolo. Per questo nuovo disco, dal titolo “Eu te amo –…
Con 30 dischi all’attivo, la leggenda ghanese Gyedu Blay Ambolley e la sua Sekondi Band hanno scritto una delle pagine più rivoluzionarie della musica africana tanto che il loro ultimo disco uscito ad aprile, “Gyedu Ambolley and Hi-life Jazz” (Agogo Records) è in cima alla classifica di gradimento tra i cultori dell’Highlife/Afro-jazz sparsi nel mondo. Nato nel 1947 a Sekondi-Takoradi nel Ghana occidentale, Ambolley è talento precoce: a 8 anni inizia a suonare il flauto del padre e già a 14 anni approda da polistrumentista alla corte di “Uncle Bonku” che lo perfeziona all’uso della chitarra. Ma è dall’incontro e dalla formazione, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, con Ebo Taylor e Sammy Lartey che si rivela la…
Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene infine lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito dov’è rimasto da allora. Si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, ed un incontro con una Adele allora adolescente. La musica gli offre una tregua e gli dà respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito. “In Galles per la prima volta comprai della musica…
All’età di 18 anni, ha iniziato la carriera di artista itinerante suonando spettacoli di music hall per bambini in Africa, Sud America e Caraibi, prima di stabilirsi definitivamente a Lione. Una volta in Francia, ha unito le forze con il produttore americano Maga Bo, precursore dei “Tropical Bass”, dando vita al sideproject Sociedade Recreativa. Un mix esplosivo di musica elettronica e ritmi tradizionali brasiliani che ha portato i due artisti ad esibirsi in vari tour internazionali, presentare due album molto ben ricevutii dalla critica (Songlines, Télérama, Les Inrocks, …) e da radio internazionali (BBC, RadioNova, FIP, RFI, …). Dopo aver collaborato con molti artisti – da Papet J di Massilia Sound System alla sua connazionale Flavia Coelho, oltre a Sir…
Jean-Pierre Bokondji, in arte Jupiter, nasce a Kinshasa il 16 dicembre 1963, tre anni dopo l’indipendenza del Congo. È la sua nonna, una curatrice riconosciuta, che lo introduce per prima alla musica e ai ritmi tradizionali, e fin da piccolo Jupiter impara a suonare le percussioni, accompagnandola nei funerali e matrimoni. Passa larga parte della sua infanzia e adolescenza vivendo a Dar-es-Salam in Tanzania e nella Berlino Est, dove suo padre lavora come assistente esecutivo per l’ambasciata del Congo nel 1974. Ma nel 1979, all’età di 17 anni, lascia la Germania per tornare a Kinshasa e si immerge in tutta un’altra dimensione, l’antitesi di ciò che aveva conosciuto fino ad allora. Crescendo in Germania come figlio di un diplomatico, Jupiter…
Kakawa è il nome con cui viene identificata la pianta da cui hanno origine i frutti del cacao. Kakawa significa fonte di sostentamento, vita per tutti i popoli indigeni delle fasce equatoriali del mondo, e allo stesso tempo si trasforma, attraverso un processo di contaminazione, in qualcosa che tutto il mondo conosce sotto varie, molteplici e gustose forme. Come per il cibo anche per la musica il processo creativo trae ispirazione dalla terra, dalle radici, dalle origini. In simbiosi con la natura e attraverso l’uomo, tra spiritualità e divinità, i suoni si sviluppano, si contaminano e arrivano sotto nuova forma in ogni angolo del globo. Ritmo, musica e canto a beneficio di ogni essere vivente. Kakawa è un progetto musicale…
KUTU nasce dall’incontro ad Addis Abeba del violinista Théo Ceccaldi (Uno dei talenti più promettenti della scena jazz francese, già vincitore delle Victoires de la Musique nel 2017) con le potenti voci delle due cantanti etiopi Hewan Gebrewold & Haleluya Tekletsadik. Un viaggio nel cuore delle notti febbrili dell’Addis underground 2020, dove la gioventù iperattiva si impadronisce della musica ancestrale per emanciparsi e divertirsi. Partendo da poesie odierne e una raccolta di ritmi tribali, Théo Ceccaldi immagina un set tellurico dove improvvisazione e acrobazie vocali si intersecano, sorretti da un ritmo potente e da una line up dalla vitalità contagiosa: tastiere elettro-cosmiche, bassi ipnotici, danze esaltate e voci stellari. Toccato dalle voci degli Azmari, scoperti grazie alla serie Les Éthiopiques…
Kyle Eastwood è cresciuto a Carmel, in California, figlio maggiore del regista Clint Eastwood. Immerso nella musica sin dall’infanzia grazie alla passione dei genitori, Kyle è cresciuto ascoltando i grandi del jazz, da Miles Davis a Duke Ellington e Count Basie. “Quando ho detto a mio padre che volevo fare il musicista, era veramente contento. La musica è sempre stata importante nella mia famiglia.”. Spronato e supportato dal padre, Kyle Eastwood ha iniziato a suonare il contrabbasso e il basso elettrico e dopo gli studi ha iniziato a suonare negli Stati Uniti. E’ con la pubblicazione del suo primo album alla fine degli anni ’90 che inizia la sua produzione discografica, mentre parallelamente realizza le colonne sonore dei film del padre: Mystic…
La sua profonda e potente voce, il linguaggio espressivo e i giochi di parole sono già rimasti impressi nella nostra testa tutta l’estate grazie alle trasmissioni su Radio Nova, Inter in Francia e Radio Cosmo in Germania del singolo Yacomome, che significa ‘questo è per te!’ in Wolof. Questo è l’EP di debutto di Lass: una piccola mappa del mondo, una raccolta di storie e una semplice filosofia illustrata attraverso la sua voce sbalorditiva. Cresciuto tra i soundsystem di Dakar, Lass ha ascoltato fin da piccolo i suoni afrocubani dell’Orchestra Baobab e Bembaya Jazz alle serate di rumba congolese organizzate da suo fratello, prima di scoprire il reggae e artisti come il più recente Garnett Silk. Travolgente, canta folk, dancehall, mbalax…
Le prime furono le Amazzoni del Dahomey: la milizia di cacciatori di elefanti nell’antico Benin che ospitava quelle donne che, ripudiate dai genitori o dai mariti a causa della loro ribellione, si arruolavano in quel corpo d’élite che sarebbe diventato la loro famiglia. L’idea è proprio quella di un collettivo di artiste, un super gruppo panafricano in cui le cantanti che si alternano, partendo da un’idea di Mamani Keita, Angelique Kidjio (che è ospite dell’album), Mariam Doumbia, e danno vita a un repertorio di lotta e rivendicazione, cantato ogni volta da frontwoman differenti. Una rosa di grandi eccellenze, si alternano voci come Mamani Keita, Fafa Ruffino, Kandi Guira, Dobet Gnahore… Cantano contro la violenza sessuale, spaziano dal funk al blues…
Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima…
Sul palco bonghi, timbales e congas provvedono allo scheletro ritmico, su cui viaggiano le corde del basso e della chitarra, su cui si appoggiano sax, tromba e tastiere mentre le voci dei cantanti Freddy “Il Re” Tsukamoto e Megu aggiungono il tocco finale con le loro svettanti voci min’yō. Gli arrangiamenti incisivi e brillanti di questa big band composta da di dieci elementi infondono nuova vita a canzoni folk tradizionali della classe operaia. Il loro album di debutto “Echoes of Japan” (2019), segna l’arrivo di un gruppo unico e inimitabile, contraddistinta dal suono vocale del min’yo che incontra il groove della cumbia, del jazz, del thai pop, dell’afro-funk e del reggae. La missione dei Minyo Crusaders, è salvare i min’yo…
Il duo si è formato in seguito ad un incontro fortuito all’omonima stazione della metro di Parigi. Aero Manyelo era in tour con il collettivo panafricano Batuk e Nadjib Ben Bella aveva appena assistito al loro concerto, quando si incontrano per caso alla fermata e Nadjib lo invita a casa per bere un bicchiere insieme. Nel momento in cui Manyelo vede lo studio di Ben Bella i piani cambiano e parte una session di musica che dura tutta la notte. Per il loro EP di debutto intitolato a loro nome per la rinomata etichetta Real World, il duo internazionale collabora con le band Congolesi Kasai Allstars, Konono Nº1, Mbongwana Star and Basokin, su cinque audaci tracce forgiate dai ritmi tribali e le voci mistiche delle foreste…
Ciò che Sergio Mendoza, frontman e polistrumentista dell’ Orkesta Mendoza, chiama indie mambo è un mix di stili latino-americani con elementi della cumbia, del merengue e della ranchera: immaginate il mambo di una big band degli anni Cinquanta visto con gli occhi della musica latino-americana del Ventunesimo secolo e capirete chi sono gli Orkesta Mendoza. Ad ogni concerto le loro canzoni sono arricchite di fascino e ricercatezza. Il frontman, cantante, tastierista e chitarrista Sergio Mendoza e il baritono Salvador Duran si esibiscono con la lap steel guitar, la tastiera, le percussioni, i tamburi e ovviamente gli ottoni. La loro musica non è la riproduzione di suoni di ere passate, conservati in un museo, ma è qualcosa che vive e respira. Il loro…
Oumou Sangaré è famosa in tutto il mondo per la sua musica vibrante e potente, che spesso contiene messaggi rivoluzionari su temi come i diritti delle donne, tradizione e povertà. Dall’uscita del suo album di debutto Moussoulou nel 1989, la carriera della cantante maliana non ha avuto alcuna sosta. Tra le tappe più importanti del suo ricco e fruttuoso viaggio troviamo alcune delle registrazioni più importanti nella storia della musica africana contemporanea: Ko Sira (1993), Worotan (1996) e Seya (2009), quest’ultimo nominato per un Grammy Award. Contando tra i suoi fan artisti del calibro di Alicia Keys e Beyoncé (che ha campionato il classico Diaraby Nene per la colonna sonora del film Il Re Leone del 2019), Sangaré ha da tempo rotto le barriere che separano i continenti e gli…
Discendente diretto del fondatore dell’impero del Mali, Salif Keita viene emarginato dalla comunità perché albino. Trova fuori dai confini del Mali le condizioni per esprimersi. La sua musica, che incorpora vari stili tradizionali dell’Africa occidentale mescolandoli a suggestioni europee e americane, ha conquistato il grande pubblico. Esponente di punta della world music negli anni Novanta, è stato tra i primi a trattare tematiche sui migranti e a collaborare con artisti internazionali come Vernon Reid, che il TJF ospita in un altro concerto. Celebrando i cinquant’anni di carriera, Keita stila un bilancio in quello che ha dichiarato essere il suo ultimo disco, Un Autre Blanc (2018). La propria condizione di “altro bianco”; diventa un grido di denuncia per i diritti negati…
Shantel interagisce con il pubblico e il pubblico lo adora per questo: “Quando scavalca le transenne e quasi annega nella folla, anche i più esperti frequentatori di festival appaiono sorpresi. Shantel si mette il dito sulla bocca e invita il pubblico a sedersi, lui in mezzo a migliaia di persone, catturato dai riflettori. E poi comincia a cantare in modo lieve nel suo microfono “Anarchy and Romance, non abbiamo bisogno di alcuna guida…” fino a quando i musicisti sul palco attaccano con una potente tempesta di basso e ottoni. Questo è il momento in cui la folla ricomincia a ballare, con Shantel ancora in mezzo a loro”. (FAZ) In conclusione: “Chi ha mai visto un concerto di Shantel, lo sa:…
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo. Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi…
L’artista e musicista Paul Simonon è forse più noto come bassista nell’iconica band punk The Clash e nel collettivo musicale The Good The Bad and The Queen. Simonon è nato a Londra e con Mick Jones ha formato i The Clash nel 1976. Il gruppo ha pubblicato sei album fondamentali tra cui The Clash, London Calling e Combat Rock e sebbene in prima linea nella scena punk, hanno sviluppato il loro sound fino ad abbracciare reggae, dub, funk, jazz e hip hop riscuotendo un successo sia critico che commerciale. Il compositore, tastierista e remixer Dan Donovan era il tastierista dei Big Audio Dynamite e membro fondatore del gruppo di musica elettronica Dreadzone. È stato anche il primo programmatore di batteria…
Classe 1936, protagonista del movimento che nel ’68 rivoluzionò la musica brasiliana, dimenticato per oltre vent’anni, finché David Byrne, leader dei Talking Heads, scovò un suo disco – Estundando O Samba – in uno dei suoi primi viaggi in Brasile. “La storia avviene e poi, come spesso capita, in gran parte si dimentica o si riscrive. Il termine che preferisco per indicare questo fenomeno è “belle addormentate” (…) Quando la Bella Addormentata si sveglia, non cambia solo la nostra prospettiva sulle cose, ma persino il modo in cui vediamo noi stessi.” Geniale protagonista di un Brasile culturalmente fecondo e allo stesso tempo fratturato politicamente, Tom Zé ha avuto una carriera oscillante, dal successo televisivo ai tour auto-organizzati nei piccoli centri della provincia. Con Caetano…