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MAXENCE CYRIN

MAXENCE CYRIN

Pianista e compositore francese, formatosi al conservatorio, si è allontanato dal pianoforte da adolescente, iniziando un lungo viaggio all'interno della scena elettronica e pop negli anni '90 e 2000, prima di riconnettersi con la sua affiliazione classica. Dal 2005 è autore di cinque album di composizioni originali (tra cui Aurora, Melancholy Island o l’imminente Springsong) oltre a tre album di cover (Modern Rhapsodies, Novö Piano 1 & 2) che rientrano nel registro della musica neoclassica , di cui è uno dei precursori.

Maxence Cyrin è oggi uno dei pianisti più ascoltati al mondo, grazie anche alla sua famosa trascrizione per piano solo di “Where Is My Mind?” dei Pixies, un brano che è stato certificato “Triplo Diamante” e ha totalizzato oltre 150 milioni di ascolti nel mondo.

Oggi torna con un nuovo album, Springsong, composto da dieci nuovi haiku musicali per pianoforte e in due brani con trio d’archi, con un approccia minimalista nella forma, che non dimentica però la melancolica dolcezza del pianismo francese novecentesco, da Debussy o Satie a Sakamoto.

D’altra parte Cyrin è da trenta anni cittadino di quella Montmartre che da sempre è il cuore della vita culturale ed artistica di Parigi, vivace ma al contempo venata di melanconia, un po’ fané, un po’ blasé, ancora oggi autentica nonostante lo stereotipo da cartolina.

Se l’ispirazione primigenia delle composizioni di Cyrin nasce, per sua stessa ammissione, dal viaggio nella natura, moderno wanderer alla ricerca del calore del sole e dei profumi del mare lontano dalla città, come per i precedenti progetti di questa trilogia ideale Aurora (2020) e Melancholy Island (2022), d’altro canto è invece proprio nella solitudine del suo appartamento parigino che il vissuto diviene musica. Cresciuto come musicista autodidatta negli ambienti dell’avanguardia elettronica più indie dei ruggenti anni ’90, dal 2005 Cyrin ha sentito l’esigenza di tornare al suono acustico del pianoforte, ma con un approccio del tutto orginale rispetto al panorama odierno: le composizioni infatti nascono dall’improvvisazione al pianoforte e soprattutto dalla sperimentazione sulle sue sonorità, con particolare interesse per quelle spesso neglette del pianoforte verticale, in netto contrasto rispetto al mito magniloquente del gran coda, vera icona di ogni pianista, professionista o dilettante. Maxence invece predilige la dimensione intima, amicale, familiare del piano verticale, il cui potenziale non è mai stato né studiato né potenziato a causa proprio del suo ruolo ancillare nel mondo delle tastiere: né gran coda né tastiera elettrica, il verticale non è mai stato considerato come strumento autonomo, capace di creare un suo mondo sonoro di vero interesse, ma solo come un mezzo di passaggio.

Cyrin ribalta questo cliché, tanto che spesso lo usa anche nei concerti dal vivo proprio perché alcuni brani nascono appositamente per la dimensione sonora intima e calda del verticale, sapientemente esalatata dal raffinato gioco di microfonatura con cui Maxence ama sperimentare, dopo aver registrato le improvvisazioni spontanee, istintive, per nulla filtrate dai segreti del mestiere, direttamente e semplicemente, come un ragazzo alle prime armi, sul proprio cellulare.

Anche questo album può dunque essere raccontato come una serie di brevi visioni, suggestioni, reminiscenze di viaggio, rapide pennellate impressionistiche trascritte in musica spontanea, quasi in libero flusso di coscienza, da un compositore che non ha mani voluto aderire ad alcuna maniera, se non ad un insesausto, fresco, giovanile desiderio di poesia nel quotidiano.