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LEYLA MCCALLA

LEYLA MCCALLA, LA TRADIZIONE CHE ARRIVA DAL FUTURO

Polistrumentista, interprete, arrangiatrice e cantautrice, ugualmente a proprio agio con l’inglese, il francese e il creolo haitiano, Leyla McCalla è eclettismo puro. Arte e biografia in questa donna straordinaria di sangue haitiano, ma cresciuta negli Stati Uniti, sono una trama intricata in cui l’una trae linfa dall’altra.

Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale.
Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea.

Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima di tornare negli Stati Uniti per studiare violoncello e musica da camera alla New York University.

E’ però nelle strade polverose del quartiere francese di New Orleans che Leyla costruisce la propria identica artistica, è qui che riscopre e si riconnette in maniera viscerale alle origini creole, a quell’intersezione tra musica, società e politica che contraddistingue l’isola caraibica.
L’album di debutto “Vari-Colored Songs: A Tribute to Langston Hughes” è stato nominato Album of the Year 2013 dal London Sunday Times e da Songlines proprio per il forte messaggio sociale che il disco veicola. “La sua voce è cristallina e accattivante, la sua musica magnifica e trasparente racconta saghe familiari, malinconie, solitudine e l’inesorabilità del tempo, tutto narrato con il tocco più leggero che si possa immaginare”, scrive di Leyla il New York Times.

Anche nel secondo lavoro, A Day For The Hunter, A Day For The Prey” (2016), il tema della giustizia sociale è il fulcro attorno al quale viene costruito tutto il disco. Ma è il terzo album, “The capitalist Blues (2019), a diventare il manifesto di una piena e consapevole maturità artistica, insieme alla volontà di abbracciare temi ancora più universali: “questi brani sono le mie riflessioni intorno alla maternità,alla condizione femminile, all’attivismo politico e alla vita spirituale. Vedo molto chiaramente quale prezzo stia pagando l’umanità nel dare più valore al capitale piuttosto che all’uomo. C’è molta strada da fare e questo disco vuole essere il mio personale contributo”.

Una personalità unica – frutto di una feconda ibridazione culturale tra la tradizione haitiana e la velocità del mondo occidentale – che riesce a toccare e raccontare temi profondi senza perdere la leggerezza, Leyla McCalla parla delle derive del mondo moderno mentre ci prende sottobraccio e ci invita a ballare.